Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIII – 18 aprile 2015.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Nuovo studio funzionale del cervello dei pedofili. A dispetto di una prevalenza della pedofilia dello 0,5-1% fra gli adulti di sesso maschile e i rilievi di anomalie strutturali e funzionali, gli studi mediante neuroimmagini del cervello dei pedofili sono pochi, e il rapporto fra alterazioni e psicopatologia non è ancora stato definito. Poeppl e colleghi del Dipartimento di Psichiatria e Psicoterapia dell’Università di Regensburg in Germania hanno rilevato e dimostrato che le aree cerebrali alterate nella pedofilia sono in relazione con le funzioni neurocognitive, esecutive ed emotive non sessuali. Lo studio suggerisce che le anomalie causano interruzioni della connettività funzionale che interessano le reti di elaborazione sessuale. Le configurazioni anomale dei patterns di eccitazione sessuale sembrano derivare direttamente da questi difetti di connessione. Lo studio, in pubblicazione su Human Brain Mapping, indica che le alterazioni strutturali osservate in precedenza possono spiegare i sintomi affettivi e neurocognitivi e fornisce una base che lega la psicopatologia sessuale a quella non sessuale presente nei pedofili.

 

Come la flora intestinale può proteggere dalla malattia di Alzheimer. La trasformazione in acidi fenolici dei polifenoli della frutta da parte dei batteri intestinali sembra essere la reazione chiave dell’effetto protettivo. Gli acidi fenolici, infatti, interferiscono con l’aggregazione dei peptidi β-amiloidi negli oligomeri tossici della malattia di Alzheimer. Wang e colleghi dell’Università del Queensland in Australia ne hanno dato recente dimostrazione [Mol Nutr Food Res.; doi:10.1002/mnrf.201400544].

 

La frutta può neutralizzare i temutissimi danni da cadmio. È quanto hanno illustrato e dimostrato de Moura e Ribeiro dell’Università Federale di San Paolo in Brasile. Questo comunissimo inquinante che causa gravi danni a cervello, polmone, fegato, rene, sangue e osso, può essere chelato e neutralizzato da polifenoli come i flavonoidi contenuti nella frutta. I composti naturali sono inoltre privi della tossicità delle molecole sintetiche impiegate per la chelazione terapeutica [Crit Rev Food Sci Nutr. 2015 Mar 9:0].

 

I flavonoidi proteggono il cervello dall’epilessia. Lo stress ossidativo può originare da una eccessiva produzione di radicali liberi ed è implicato come meccanismo nell’avvio e nella progressione dei fenomeni epilettici. Flavonoidi, come quelli contenuti nella frutta e nel cioccolato, proteggono il cervello dallo stress ossidativo e, come hanno dimostrato Diniz e colleghi dell’Università di Feira di Santana ed altre università brasiliane, risultano neuroprotettivi nell’epilessia [Oxid Med Cell Longev. 2015: 171756].

 

Possibilità di cura per le lesioni paralizzanti del midollo spinale con epothilone B? Dopo le lesioni del midollo spinale e, in generale, della sostanza bianca del sistema nervoso centrale, la riparazione spontanea del danno è impedita dal rilascio di fattori di inibizione e dalla scarsa capacità di rigenerazione degli assoni interrotti (si veda per dettagli: BM&L-Opinion in “Molecular ‘Stop Signs’ May Hold Secret Of Nerve Regeneration”). Jörg Ruschel, con numerosissimi colleghi, ha sperimentato l’epothilone B, rilevando una notevole capacità di promuovere la rigenerazione degli assoni dopo lesione del midollo spinale. Un report dello studio sarà pubblicato sull’edizione cartacea della rivista Science.

 

La risonanza magnetica funzionale elimina le nebbie del secolo scorso sulla sessualità femminile. La risposta sessuale normale richiede una disattivazione del lobo frontale insieme con un’attivazione dei sistemi istintuali mesencefalico-limbici, come nei maschi. Una distanza accresciuta fra il complesso clitorideo e il lume vaginale è risultata associata ad un difetto di funzione sessuale, a conferma di quanto osservato in precedenza. È risultato invece improbabile che i disturbi dell’eccitazione sessuale della donna abbiano origine nella congestione vascolare degli apparati connessi al clitoride, come da molti ipotizzato [Vaccaro C. M., Clin Anat. 28 (3): 324-330, 2015].

 

La selezione sessuale guida l’evoluzione dei maschi e il ricambio nell’espressione genica. In molte specie, i geni con caratteristiche sessuali specifiche presentano grandi differenze di espressione fra maschi e femmine e proprietà uniche in senso evoluzionistico. Si è ipotizzato che tali proprietà e differenze siano il prodotto della selezione sessuale e del conflitto sessuale, sebbene finora non siano state rilevate evidenze a supporto di tale ipotesi. Ora, studiando con criteri filogenetici il genoma di specie aviarie, Peter W. Harrison e colleghi dello University College di Londra hanno ottenuto dati e prove a sostegno di questa interpretazione. In particolare, hanno rilevato che nella selezione sessuale i cambiamenti di espressione genica sono più importanti della sequenza codificata. È interessante notare che le misure fenotipiche della selezione sessuale consentivano di prevedere la proporzione dell’espressione genica nei maschi ma non nelle femmine. L’insieme dei dati rilevati, in corso di pubblicazione su PNAS USA, ha dimostrato il potere della selezione sessuale di agire sull’espressione genica e dare forma all’evoluzione del genoma.

 

Notule

BM&L-18 aprile 2015

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